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Un dono senza ritorno con un ritorno di bene


Alessandro racconta l'esperienza fatta alla cena del 3 aprile.

Due nostri affezionati sostenitori dell'Associazione Banco Nonsolopane di Varese condividono da anni un'affinità di rapporto con un gestore di un ristorante varesino.
Come accade in ogni vera amicizia, quando si va a fondo del legame, si imparano ad accogliere anche i drammi più difficili da comunicare, come quello della improvvisa, quanto dolorosamente lancinante, perdita di un figlio.
Questo figlio, per qualche anno della sua vita, è stato entusiasta volontario del nostro banco tanto da considerarlo "la sua casa" ed in tale ambito ha dedicato parte del suo tempo libero.

I genitori di questo ragazzo non hanno dimenticato la letizia grata che traspariva dai suoi occhi ogni qualvolta egli faceva rientro, dopo aver ultimato il gesto di caritativa.
Misteriosamente qualcosa di questo sguardo e di questo bene ricevuto senza ritorno è diventato espressione permanente del cuore dei suoi genitori, tanto che quel dono di sé commosso, ha finito per toccare anche l'animo del loro amico ristoratore.

Quest'ultimo ha chiesto infatti ai suoi amici di aiutarlo a proseguire il gesto di carità praticata a suo tempo da loro figlio, aderendo a quella spinta naturale che è inscritta nel cuore di ogni uomo e che Don Giussani ha chiamato "legge dell'esistenza" per la quale ciascuno di noi è strutturalmente fatto per l'altro e nel contempo fatto da Altro.

Egli infatti ha proposto di offrire una cena alle persone indigenti assistite da Banco Nonsolopane, nel rispetto della capienza del suo locale, di misura inferiore al diametro del suo cuore. I dipendenti del ristorante, venuti a conoscenza dell'iniziativa promossa dal loro datore di lavoro, hanno chiesto di fare altrettanto, rinunciando al loro compenso di una sera, pur di esprimere il loro desiderio di servire il prossimo senza alcun ritorno.

La cena è stata organizzata in maniera ordinata ed adeguata allo scopo: la preparazione delle tavolate, l'accoglienza degli ospiti, la condivisione dei brevi momenti di testimonianza e di intrattenimento della serata che erano stati pensati, hanno contribuito a rendere lieta e promettente l'atmosfera frizzantina di attesa che i volontari, i dipendenti del ristorante quanto gli invitati, hanno respirato all'interno del locale sin dall'inizio della serata. Il felice esito di tale iniziativa è da attribuire all'esperienza cristiana di una compagnia in cammino nell'ambito della Chiesa.

Tornando a casa dopo la partecipazione a questo gesto di Bellezza, la percezione è stata quella di un ritorno di bene che ci fa affezionare di più agli altri secondo una misura che ultimamente non ci appartiene. "Condividere un po' della loro vita ci fa scoprire una cosa sublime e misteriosa (si capisce facendo). E' la scoperta del fatto che proprio perchè li amiamo non siamo noi a farli contenti" (Don L. Giussani).

 
 
 
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