ORTI: la Scoperta di coltivare il bene

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ORTI: la scoperta di coltivare il bene per sé
e scoprirsi con gli altri

Nei giorni scorsi ci siamo incontrati con i tanti ragazzi che lo scorso anno hanno partecipato all'esperienza della coltivazione degli orti, accompagnati dai nostri volontari alla scoperta di quanto la semplice manualità e attenzione al reale possa far riscoprire il bello di se stessi e della compagnia delle persone con le quali viviamo.
Siamo stati colpiti da alcune testimonianze e giudizi sull'esperienza vissuta che ci hanno raccontato alcuni di loro.

Tommy, ad esempio, non ne poteva più di stare chiuso in casa a seguire le lezioni in DAD e non poter uscire per via dei vari lock down decisi per contrastare la pandemia del Covid 19. Grazie all'amico Giulio ha colto la scommessa di andare a vedere cosa fosse l'esperienza degli orti e sperimentato sin da subito la bellissima esperienza e le forti relazioni che si sono create.
"Andavamo a lavorare a gratis e i miei compagni mi prendevano in giro, non capivano perché io al sabato pomeriggio andavo al campo"

E' un'esperienza che desidero continuare a fare perché è importante per la mia vita". Il semplice ritmo delle stagioni insegna delicatamente e inesorabilmente, in un mondo che chiede "tutto e maledettamente subito", il ritmo della vita equilibrata dove la responsabilità e la costanza diventano virtù da scoprire e coltivare come i semi piantati nel terreno. " Ho piantato dei semi e a fine estate ho raccolto quanto seminato.

Tengo a quel luogo dove ho potuto affezionarmi a nuovi amici e avere dei momenti di silenzio e... quando ho portato a casa dei peperoni e li abbiamo mangiati con la mia famiglia, il gusto era decisamente diverso, era frutto del mio lavoro.
Ho scoperto quanto sia più bello e vero andare a coltivare negli orti, piuttosto che perdere i pomeriggi a bighellonare e fare "le vasche" in centro città".
Ti senti anche la responsabilità per gli amici, è richiesta una costanza.

Charly, un altro ragazzo, ha raccontato della bella scoperta di poter fare "con le mie mani qualcosa di significativo e non stare a casa a fare nulla. Gli scout erano chiusi, ero in casa e l'idea di poter uscire, prendere la bici, andare agli orti, poter fare qualche cosa con le mie mani e tornare a casa felice, lavorando o stando zitto, è stato qualcosa di meraviglioso".

La riscoperta della manualità e della operosità dei gesti semplici, unita alla compagnia degli altri e al gusto, cresciuto di giorno in giorno, di donare del tempo utile per gli altri, ma anche per se stessi, è stata una luce chiara dentro la tristezza della solitudine e del confinamento.

Tutti i giorni sarebbe bello e vero gustare quel desiderio trascinante di poter tornare agli orti, incontrare gli amici, vedere crescere ciò che si è piantato amorevolmente e sapere che chiunque riceverà un pacco alimentare potrà gustare anche degli ortaggi da me custoditi.

L'esperienza di questi ragazzi, ci dice ancora una volta quanto l'invitare a condividere un gesto così bello e vero, dentro una compagnia come la nostra, sia urgente ed imprevedibilmente positivo per ciascuno. Non possiamo venir meno a questo compito e responsabilità.